La normativa “moderna” circa la tutela dei lavoratori sui luoghi di lavoro, così come è intesa ai giorni nostri, nasce di fatto con l’avvento del D.Lgs. n.626 che, nel 1994, introduce una serie di concetti innovativi circa l’approccio da attuare nella gestione delle attività lavorative al fine di limitare il rischio di infortuni e l’insorgenza di malattie professionali per i lavoratori.
Il Datore di Lavoro risulta l’elemento centrale, il fulcro dell’attività lavorativa avendo potere decisionale e di spesa; le successive modifiche e integrazioni alla normativa vigente hanno rafforzato ulteriormente le responsabilità in capo al Datore di Lavoro il quale, nonostante debba organizzare l’attività in maniera programmatica coinvolgendo una serie di figure facenti parte del cosiddetto Servizio di Prevenzione e Protezione, si attesta al vertice di una piramide organizzativa sul quale convergono la maggior parte delle responsabilità.
Quasi vent’anni del nuovo corso normativo hanno portato una serie di sentenze passate in giudicato attraverso le quali è possibile farsi un’idea di quella che è la giurisprudenza costante applicata alla sicurezza sul lavoro, ovvero la tendenza dei giudici circa una data interprestazione di quelle che sono le intenzioni del legislatore.
La legge, non potendo per ovvie ragioni entrare nel merito delle singole situazioni specifiche tende ad esprimere un’idea, una filosofia, una linea da seguire che poi andrà applicata nei singoli casi; onere del Datore di Lavoro è quello di interpretare e applicare al meglio quanto indicato, in linea generale, dalle normative.
Risulta allora fondamentale per il datore di lavoro, nell’ottica di una visione completa di quanto concerne la sicurezza sul lavoro, non soltanto la conoscenza della normativa in senso stretto e letterale (già di per sé complessa visto l’argomento trattato) ma anche come la medesima normativa è, in linea generale, interpretata dagli Organi di Vigilanza (che svolgono anche attività di controllo sul territorio di competenza a scopo preventivo) e, in ultima analisi, da chi in sede processuale dovrà esprimere una sentenza.
Autore: Michele Piscino
Fonte: nessuna