Estintore a CO2: pregi e difetti

Spesso, dai Nostri clienti e soprattutto in realtà comparabili ad uffici, riscontriamo la presenza di estintori a biossido di carbonio.
Perché troviamo spesso tale estinguente?

Semplice: in una realtà in cui le apparecchiature elettroniche (pc, sistemi per il controllo numerico, sensoristica varia) sono sempre più diffuse, l’estintore a CO2 può risultare vincente nello spegnere i principi d’incendio.

L’estintore a CO2 ha infatti la particolarità di non sporcare, poiché l’agente estinguente è anidride carbonica compressa che, fuoriuscendo, spegne le fiamme per raffreddamento e soffocamento (sostituzione temporanea ossigeno presente); una volta terminata l’azione di spegnimento, l’anidride carbonica evapora, senza lasciare traccia: ciò costituisce un indubbio pregio, poiché non sporca, ma al tempo stesso è un difetto, poiché in presenza di incendio di materiale solido, con formazione di brace, una volta evaporata la CO2 la fiamma riparte (le braci calde entrano in contatto con l’ossigeno dell’aria, e la combustione si sviluppa nuovamente).

Analizzando l’etichettatura di un estintore a CO2 si noterà infatti che non possiede tra le caratteristiche la capacità di spegnere i fuochi di classe “A” (materiale solido): la sua presenza, considerando che la normativa chiede di avere un estintore idoneo a coprire la classe di rischio presente, è da ritenersi un’aggiunta al minimo necessario, da utilizzarsi come primo estintore e, se il focolare dovesse ripartire, si procederà all’utilizzo di estintore a polvere, o schiuma.o idrico antiscossa.

Purtroppo la presenza dell’estintore a CO2 è infatti “accessoria” ad estintori che spengano anche materiale solido, per cui per la normativa possiamo quasi considerarli inesistenti: questa è la ragione per cui spesso chiediamo ai nostri clienti di affiancare all’estintore a CO2 che hanno (a protezione del quadro elettrico, server, ecc..) un ulteriore estintore polivalente ABC che copra la metratura della realtà in esame, al fine di evitare sanzioni.

Autore: Massimo Longo
Fonte: evoluzione tecnologica

Pubblicato in Sicurezza sul lavoro.

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