Correlazione lavoro precario e infortuni

Dalla fine degli anni novanta si è assistito in Italia a un’importante deregolamentazione delle istituzioni del mercato del lavoro. Ciò ha portato alla frammentazione delle carriere lavorative, soprattutto nei giovani, e quindi ad un aumento della precarietà. Numerosi studi hanno dimostrato che la breve durata dei rapporti di lavoro, associata alla poca esperienza, ha effetti negativi sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. È stato inoltre dimostrato che la precarietà è la prima causa di stress sul lavoro in Europa.

Per descrivere il fenomeno della frammentazione delle carriere in Italia è stata effettuata un’analisi, individuando i profili di carriera più frequenti, per determinare qual è il legame presente tra le diverse tipologie di carriera lavorativa e il rischio infortunistico.

È stato estratto dagli archivi Inps un campione corrispondente all’ 1% dei lavoratori nel settore privato, per cui è stata ricostruita la carriera lavorativa dal 1985 al 2004. A questi soggetti sono stati agganciati, gli infortuni sul lavoro accaduti tra il 1994 e il 2003, estratti dagli archivi Inail. Il database ottenuto contiene circa 200.000 rapporti lavorativi e 6.000 infortuni per ogni anno.

L’analisi delle storie individuali ha mostrato come tra il 1998 e il 2003 il numero medio di rapporti lavorativi per lavoratore è cresciuto nel tempo. Parallelamente la durata media degli stessi è diminuita, confermando il fenomeno della frammentazione delle carriere.

Il rischio infortunistico nel 2003 per i lavoratori con carriera instabile (mediamente 4 rapporti di lavoro) rispetto a quelli stabili (mediamente 2 rapporti di lavoro) è circa 3.

L’analisi multivariata indica che, anche controllando per possibili confondenti individuali (genere, nazionalità), relativi al lavoro svolto nel 2003 (qualifica, attività economica), e anche per l’esperienza accumulata all’interno dello stesso settore economico nei 6 anni osservati, i lavoratori con carriere instabili presentano un rischio infortunistico pari a 2.00 rispetto ai lavoratori stabili.

In conclusione i risultati di quest’analisi indicano che la frammentazione delle carriere è associata ad un rischio infortunistico più alto (circa il doppio) rispetto ai lavoratori stabili.

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Autore: Barillà
Fonte: INAIL

Pubblicato in Valutazione rischi.

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