Sigarette elettroniche e luoghi di lavoro

La sigaretta elettronica è stata inventata in Cina nel 2003 con lo scopo di imitare il sistema di inalazione della nicotina con sigaretta convenzionale senza avere gli effetti dannosi derivanti dalla combustione del tabacco.
In Italia il business della sigaretta elettronica è sempre più diffuso, la maggior richiesta nasce con lo scopo di cessare e/o ridurre il fumo di tabacco.

Le sigarette elettroniche in commercio sono articoli di varia tipologia con cartucce che possono contenere nicotina a differenti concentrazioni (oppure esserne completamente prive).
Le cartucce sono da considerarsi miscele di sostanze soggette a classificazione, imballaggio ed etichettatura di sostanze pericolose (Regolamento CLP).

Premendo il pulsante posto sulle sigarette elettroniche, il liquido contenente nicotina o aromi e le sostanze chimiche presenti nel tubo di plastica sono scaldate e un nebulizzatore le trasforma in vapore che può essere aspirato o inalato.

L’organizzazione Mondiale della Sanità definisce le sigarette elettroniche che imitano la sigaretta convenzionale come sistemi elettronici di somministrazione della nicotina (ENDS: Electronic Nicotine Delivery Systems).

Rispetto alle normali sigarette, le sigarette elettroniche non sono risultate essere un fattore di rischio per lo sviluppo di cancro al polmone e ictus. Gli effetti avversi più comuni riportati sono: irritazione alla bocca e alla gola, mal di gola, tosse secca, afte alla bocca, nausea, vertigini, mal di testa, aumento della sudorazione.
D’altro canto, gli utilizzatori di sigarette elettroniche non sono esposti alle sostanze tossiche e cancerogene derivate dalla combustione del tabacco.

Le sigarette elettroniche vengono inoltre viste come metodo per limitare e ridurre i danni derivanti dal fumo passivo poiché emettono solo vapore e non sostanze prodotte dalla combustione.

La Food and Drug Administration, a seguito di una recente sentenza, assimila però la sigaretta elettronica ai prodotti del tabacco tranne nei casi di commercializzazione per scopi terapeutici, nel qual caso sarebbe regolamentata come farmaco e/o dispositivo.

Sulla base di quanto sopra esposto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda ai fini dell’utilizzo in luoghi pubblici e nei luoghi di lavoro delle sigarette elettroniche le stesse restrizioni per ridurre il fumo convenzionale di seconda mano (fumo passivo) in quanto anche le sigarette elettroniche rilasciano nicotina.

 

Autore: Roberta Pellizzon
Fonte: Istituto Superiore della Sanita

 

 

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