Sicurezza sul lavoro: Uso del cellulare e campi elettromagnetici

L´uso crescente delle nuove tecnologie nel campo delle telecomunicazioni ha portato a un continuo aumento della presenza di sorgenti di campi elettromagnetici (CEM), rendendo sempre di maggiore attualità la problematica dell’esposizione della popolazione e dei lavoratori a tali agenti.

E’ opportuno ricordare, a questo proposito, che le specifiche disposizioni sulla protezione dei lavoratori dalle esposizioni ai campi elettromagnetici – derivate dal recepimento della direttiva 2004/40/CE e contenute nel Capo IV del Titolo VIII del Decreto legislativo 81/2008 – entreranno in vigore il 31 ottobre 2013.

I campi elettromagnetici interagiscono con le cariche elettriche presenti nel corpo umano provocando sempre in qualche misura una risposta, che può talvolta tradursi in un effetto biologico. Questo però, non implica necessariamente un effetto di danno alla salute (o effetto sanitario).

Gli effetti biologici e sanitari sono diversi a seconda della frequenza dei campi esterni che li inducono. L’importanza relativa di ciascun effetto cambia gradualmente all’aumentare della frequenza.

 

Ai fini della protezione si distinguono solitamente i seguenti tipi di campi:

  • campi elettrici e magnetici statici (0 Hz),
  • campi elettrici e magnetici a frequenza intermedia (300 Hz – 10 MHz),
  • campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde (10 MHz – 300 GHz).

 

La telefonia cellulare (come gli altri sistemi di comunicazione senza fili) si basa sulla trasmissione di segnali attraverso onde elettromagnetiche. La frequenza di queste onde (variabile tra circa 900 e 2200 MHz) rientra nell’intervallo delle cosiddette microonde.

Nella vita quotidiana, quasi tutti sono esposti ai campi elettromagnetici che sono generati sia dai telefonini sia dalle stazioni radio base. Date le distanze, le esposizioni dovute a queste ultime sono in generale bassissime, inferiori di diversi ordini di grandezza ai limiti raccomandati internazionalmente.

Le esposizioni durante l’uso del telefonino, invece, sono molto più alte a causa della vicinanza al corpo dell’antenna: l’assorbimento locale di energia elettromagnetica è molto superiore (tipicamente da 100 a 1000 volte) a quello che si può avere per effetto di stazioni radio base, anche relativamente vicine.

L’energia elettromagnetica assorbita dai tessuti del corpo umano viene dissipata sotto forma di calore e, in linea di principio, provoca un aumento della temperatura del corpo. Gli studi scientifici hanno però dimostrato che anche nei tessuti più esterni, come la pelle e l’orecchio esterno, che sono soggetti al maggiore assorbimento di energia elettromagnetica, l’aumento di temperatura non supera 0,1 – 0,2 °C.

Questa variazione è molto inferiore a quelle fisiologiche e quindi non costituisce un rischio sanitario. Ancora più basse sono le variazioni all’interno del cervello. Si possono quindi escludere danni alla salute dovuti ad effetti termici di tipo immediato.

È stata avanzata l’ipotesi che l’esposizione prolungata a campi a microonde possa dare luogo ad effetti a lungo termine ed in particolare allo sviluppo di tumori.

Esposizioni croniche potrebbero verificarsi per la vicinanza di stazioni radio base ad abitazioni, scuole o altri luoghi residenziali, oppure a un uso intenso del telefono cellulare.

Gli eventuali effetti sulla salute dei campi elettromagnetici a microonde, e di quelli propri della telefonia cellulare in particolare, sono stati valutati da diverse commissioni internazionali di esperti.

 

Studi epidemiologici sono stati condotti per analizzare possibili correlazioni tra l’uso del telefono cellulare e lo sviluppo di tumori nel cervello o altri organi della testa (nervo acustico, ghiandole salivari).

La IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) il 31 maggio scorso “ha incluso le radiazioni dai cellulari tra gli elementi ‘possibilmente cancerogeni’ (gruppo B2)”.

Degna di menzione la sentenza n. 17438 dello scorso 12 ottobre, la Cassazione Civile si è pronunciata sul rapporto di concausalità tra un intenso uso del cellulare aziendale e le patologie tumorali affermandone la sussistenza.

Riguardo alla prevenzione degli effetti si raccomanda un uso cautelativo del telefono cellulare, e, il Consiglio Superiore di Sanità il 15 novembre 2011 “ha emesso un parere per l’adozione di cautele nell’uso dei dispositivi, soprattutto da parte dei bambini” riportando il decalogo per un Uso Cautelativo del Cellulare:

  • scegliere il modello di cellulare con minore SAR-Specific Absorbing Rate;
  • i bambini dovrebbero usare i cellulari solo per le emergenze. Meglio gli sms;
  • evitare di tenere il cellulare a contatto con il corpo. Evitare tasche dei pantaloni e della camicia;
  • non addormentarsi con il cellulare acceso troppo vicino al cuscino;
  • prediligere la linea telefonica fissa;
  • poche barre del segnale di campo significano più radiazioni. Evitare chiamate quando c’è poco segnale;
  • in movimento (auto, treno) il cellulare emette più radiazioni;
  • durante il tentativo di connessione emette più radiazioni: tenerlo lontano dalla testa sino alla risposta;
  • prediligere l’auricolare (con il filo), vivavoce o sms ogni volta che è possibile;
  • effettuare chiamate di breve durata e alternare l’orecchio.

 

Autore: Roberta Pellizzon

Fonte: Istituto Superiore della Sanità, D.Lgs. 81/08

 

 

 

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