Radon e luoghi di lavoro

Il Radon è un gas radioattivo naturale, chimicamente inerte, privo di odore, colore, sapore ed estremamente volatile. Esso viene emanato principalmente da terreni, rocce ed in minor misura dall’acqua nella quale è solubile; è presente anche in alcuni materiali da costruzione.

Il gas Radon viene considerato estremamente pericoloso per la salute umana se inalato, dal 1988 infatti, è classificato nel Gruppo 1 degli agenti cancerogeni per l’uomo (Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro)

Il principale effetto sulla salute è un aumento di rischio di tumore polmonare.

Come elemento inerte ed elettricamente neutro di solito non reagisce con altre sostanze, tuttavia, essendo radioattivo decade e si trasforma in altri elementi (metalli pesanti) che hanno un’altissima probabilità di legarsi al pulviscolo atmosferico generando quindi un aerosol radioattivo che penetra e può depositarsi nei polmoni.

Gli atomi così depositati e radioattivi possono danneggiare il DNA e RNA delle cellule portando alla formazione di tumori. I fumatori sono i soggetti più a rischio in quanto esiste un effetto sinergico tra il fumo di sigaretta e la presenza del Radon.

Tale gas costituisce la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta. Si stima che sia la causa di morte per oltre 20.000 persone nella sola Unione Europea ogni anno ed oltre 3.000 in Italia.

Naturalmente più alte sono la concentrazione di Radon nell’ambiente e la durata dell’esposizione, più elevato è il rischio di contrarre un tumore polmonare.

Ai fini di una corretta prevenzione si deve conoscere la concentrazione del Radon negli ambienti di vita e di lavoro. Negli ambienti di lavoro, il tema è normato dal D.Lgs. 81/08 e dal D.Lgs. 241/2000 finalizzato alla protezione dei lavoratori esposti a sorgenti naturali di radiazioni.

In particolare la misurazione dei livelli di esposizione, effettuabile attraverso una strumentazione attiva o passiva, è necessaria al fine di attuare azioni correttive in caso di superamento dei livelli di azione. Le attuali conoscenze sul Radon e sui suoi effetti esortano comunque ad adottare una serie di provvedimenti di natura preventiva in grado di ridurre al minimo l’esposizione.

Per prevenire il rischio di contrarre malattie sono stati fissati livelli di riferimento per l’ambiente di lavoro (livello di azione a 500 Bq/mc, dose efficace per esposizione individuale 3 mSv/anno), al di sotto dei quali il rischio si ritiene accettabile, anche se per le sostanze radioattive il rischio non potrà mai essere ridotto a zero.

Ai fini della valutazione del rischio è necessario quindi effettuare delle misurazioni strumentali. Le misure devono essere pianificate perché siano il più rappresentative possibili: le misure non devono essere condotte in locali non frequentati costantemente (bagni, spogliatoi, corridoi…) si valutano soltanto quelli occupati da una frazione di tempo significativa (individuata quale 10 h/mese).
Posto il livello di azione a 500 Bq/mc:

A) Se la misura e’ inferiore all’ 80% del livello di azione (400 Bq/mc) l’obbligo e’ risolto e bisognerà ripetere la misura solo se variano le condizioni di lavoro;

B) Se la misura e’ tra l’80% ed il 100% del livello di azione ( 400 – 500 Bq/mc) l’obbligo si risolve con la ripetizione della misura annualmente;

C) Se la misura supera il livello di azione (> 500 Bq/mc) si dovra’:

  1. Spedire agli Organi di controllo la relazione di misura
  2. Incaricare un Esperto Qualificato per la valutazione della dose efficace assorbita dai singoli lavoratori
  3. Verifica della dose efficace

D) Se la dose efficace e’ inferiore a 3mSv/anno l’obbligo si risolve con la ripetizione della misura annualmente
E) Se la dose efficace e’ superiore o uguale a 3mSv/anno si dovra’:

  1. L’Esperto qualificato fa la valutazione del rischio
  2. L’esercente predispone le azioni di rimedio e al termine ripete la misura.

Se anche la nuova misura fornisce valori superiori a 3 mSv/anno l’esercente incarica:

  1. Esperto Qualificato per la sorveglianza fisica
  2. Medico Competente per la sorveglianza medica dei lavoratori
  3. Predispone ulteriori azioni di rimedio e ripete la misura

Se la dose efficace e’ inferiore a 3mSv/anno l’obbligo si risolve con la ripetizione della misura annualmente.

L’azione del Medico Competente è basilare: egli può sensibilizzare il datore di lavoro a prendere in considerazione la problematica, dare corrette informazioni ai lavoratori, renderli edotti sui rischi correlati al gas Radon, stabilire piani di misurazione e proporre misure di miglioramento della sicurezza.

Relativamente alla riduzione del rischio, con semplici accorgimenti, applicabili in alcune situazioni, si può raggiungere un ottimo risultato: un accorgimento immediato e semplice per proteggersi dall’accumulo di Radon in un locale consiste nell’aerazione continua del locale specialmente quando questo sia interrato o a contatto diretto del terreno (essendo il Radon un gas, ha la capacità di attraversare la porosità del terreno, le fessure e le crepe dei pavimenti, le giunture delle mura oltre a fluire dai pori dei materiali da costruzione).

Quando la concentrazione di gas supera invece il valore di guardia nei luoghi di lavoro, si ha necessità assoluta di “bonificare” dal Radon gli ambienti: alcuni interventi di bonifica sono di facile realizzazione in quanto consistono nell’aerazione continua dei locali, altri sono più costosi poiché prevedono interventi tendenti a limitare o a eliminare i punti di infiltrazione accompagnati dalla depressurizzazione del suolo e alla sigillatura delle vie di ingresso per impedire la risalita del gas Radon.

 

 

Autore: Roberta Pellizzon
Fonte: D.Lgs 81/08; D.Lgs 241/00; INAIL; IARC

 

Pubblicato in Sicurezza sul lavoro.