Limitazioni nello svolgimento dell’attività lavorativa delle persone con problemi di salute

Circa 7 milioni di persone tra i 15 e i 64 anni (16,5% della popolazione di questa fascia di età) dichiarano di essere colpiti da malattie croniche o da problemi di salute e funzionali (anno 2011).

Ecco le principali cause:

  • cattive condizioni di salute nei luoghi di lavoro (2,5 milioni);
  • tipo di lavoro e mansioni svolte (2,3 milioni);
  • raggiungimento del posto di lavoro (1 milione).

 

Tale aspetto rappresenta un ostacolo per l’inserimento nel mondo del lavoro.

Oltre il 50% di chi soffre più di un problema di salute o di difficoltà funzionali è professionalmente inattivo.

Il 40,6% delle donne e il 36,9% degli uomini affermano di avere almeno una limitazione nel lavoro tra quelle considerate (nel numero di ore di lavoro, nel tipo di lavoro che possono svolgere, negli spostamenti casa-lavoro).

Non tutti gli occupati (28,5%) che lamentano cattive condizioni di salute possono contare su una o più forme di assistenza sul proprio posto di lavoro:

  • disponibilità di attrezzature speciali o adattamenti all’ambiente di lavoro,
  • assistenza personale,
  • flessibilità nelle modalità di prestazione lavorativa.

 

Tra le persone che non hanno un lavoro, il 26,6% dichiara che avrebbe bisogno di usufruire di almeno una delle forme di assistenza per poter lavorare.

Oltre un milione e mezzo di individui con problemi di salute o difficoltà funzionali riferisce di avere almeno una limitazione, diversa dai problemi di salute, nello svolgimento di un’attività lavorativa.

Tra questi, circa un 1 milione lamenta più problemi di salute o difficoltà funzionali, mentre 500 mila ne dichiarano solamente uno.

La quota è molto più bassa tra le persone che non dichiarano problemi di salute; si tratta, infatti, di 2 milioni e 617 mila individui pari all’8,7% della popolazione di 15-64 anni che non riferisce problemi di salute.

Un numero così alto di lavoratori con problemi di salute e funzionalità ha un impatto devastante sui costi sociali destinati all’assistenza personale per i richiedenti.

A questi vanno poi aggiunte le persone che, anche se non in possesso dei requisiti di invalidità, riescono ad ottenerla tramite meccanismi illegali compiacenti.

Non ultimo va considerato il problema infrastrutturale italiano che limita di molto sia nella sfera privata che lavorativa l’integrazione di disabili ed invalidi nella vita collettiva.

La legge 81/08 e le altre norme del codice che disciplinano l’argomento danno focale importanza alla prevenzione del rischio al fine di ridurre ed evitare, dove possibile, danni alla sicurezza e salute che comportano anche un innalzamento dei costi sociali.

 

 

Autore: Dott. Freguggia Paolo
Fonte: ISTAT

 

Pubblicato in Sicurezza sul lavoro.