L’ILO stila un rapporto sul lavoro forzato: situazione allarmante

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro, agenzia specializzata delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere la giustizia sociale e i diritti umani internazionalmente riconosciuti, con particolare attenzione alla tutela dei diritti del lavoro e dei lavoratori in ogni piccolo aspetto, è intervenuta di recente compilando un rapporto sul lavoro forzato e su quante persone al Mondo sono vittime attualmente di condizioni di lavoro disumane.

Secondo la stima della nota agenzia internazionale sarebbero circa ventuno milioni le persone costrette a lavorare forzatamente in tutto il mondo. Secondo il parere degli esperti che si sono occupati delle ricerche in merito a tale questione, la stragrande maggioranza dei datori di lavoro in questi casi sfrutterebbe la debolezza dei soggetti dovuta ai debiti o a motivi di clandestinità.

Mossa furba da parte di questi malfattori che, godendo di una posizione di vantaggio ottenuta sotto forma di violenza, morale o in molti casi anche fisica, riescono ad ottenere forza lavoro illecitamente e calpestando oltretutto i principi basilari di ogni Costituzione mondiale.

Secondo le stime effettuate dall’ILO infatti, circa il 90% delle vittime del lavoro forzato viene sfruttato nel privato da singoli  o imprese, principalmente in attività quali l’agricoltura, l’edilizia, il lavoro domestico e l’industria manifatturiera.

Un altro dato allarmante viene poi dalla considerazione che una percentuale superiore al 20 %  è costituito da donne vittime di sfruttamento sessuale. Secondo l’ilo poi un altro dato preoccupante viene dal lavoro sfruttato dagli Stati sotto il profilo carcerario: sembra infatti che molti di questi applicando le pene previste non tengano conto delle regole generali emesse grazie alle varie Convezioni di quest’organo internazionale.

Infine bisogna considerare un altro elemento da non sottovalutare: i dati parlano di un 26% di sfruttamento per lavoro forzato di soggetti inferiori ai diciotto anni.

I paesi più colpiti da tale fenomeno sono l’Africa e a seguire il Medio Oriente.

Le considerazioni dell’ILO nella persona del suo rappresentante per tale progetto Beate Andrees sono rivolte principalmente ad una risoluzione in tempi rapidi delle vicende che mortificano i diritti dei lavoratori e le legislazioni in materia di sicurezza sul lavoro e primariamente i diritti umani in generale. Lo spazio di intervento sarà deciso di concerto con tutti gli Stati aderenti al fine di creare un progetto legislativo comune per combattere e ridurre drasticamente una situazione oramai invivibile.

Autore: Luciano Mottola

Pubblicato in Sicurezza sul lavoro.