La valutazione dell’esposizioni a vibrazioni: metodo di misura

La valutazione dell’esposizioni a vibrazioni.

Nell’elenco dei rischi spesso sottostimati dai lavoratori e datori relativi alla sicurezza, si identifica il rischio vibrazioni.

La valutazione del livello di esposizione alle vibrazioni si basa sul calcolo dell’esposizione giornaliera A (8) espressa come l’accelerazione continua equivalente su 8 ore ponderate in frequenza (Dlgs 81/08) e può essere effettuata sulla base di dati forniti dai fabbricanti o da banche dati (ex. dell’ISPESL) contenenti i livelli di esposizione alle vibrazioni o mediante misurazione con attrezzature specifiche.

Ecloga Italia utilizza accelerometro SVANTEK ITALIA 948, che viene periodicamente tarato secondo le normative.
Per la misurazione deve essere applicata una metodologia appropriata disciplinata dalle norme ISO 5349-1 2004 (sistema mano –braccio HAV) e ISO 2631-1 2008 (sistema corpo intero WBV) e che resta comunque il metodo di riferimento principale in Europa.

Già dalla scelta delle metodologie di misurazione vediamo come sia fondamentale caratterizzare al meglio la tipologia di attività e la metodologia d’uso degli strumenti che si devono analizzare nella realtà del cliente.

Infatti, uno dei primi passi giunti in loco per le misurazioni, consiste nell’inventariare tutte le tipologie di macchine e attrezzature catalogate come sorgenti di rischi di esposizioni a vibrazioni.

Particolare attenzione va data a quelle sprovviste di marcatura e senza libretti di istruzioni e uso forniti dai fabbricanti e/o venditori.

 

Per la misurazione del sistema mano braccio si utilizzano manopole apposite che vengono collocate nella mano del lavoratore rispettando gli assi di orientamento X,Y,Z; appena il lavoratore inizia l’operazione che comporta l’utilizzo del sistema vibrante si fa partire la rilevazione che ha termine con la fine delle operazioni.
Per la misurazione delle vibrazioni al corpo intero invece si utilizzano dei sensori che vanno posizionati sulla seduta e su cui si posiziona l’addetto durante l’utilizzo.

Altro elemento decisivo che permette la riuscita di una buona valutazione è quello di stabilire la durata e il numero di misurazioni:
la durata è influenzata dalla tempistiche entro cui si svolge l’operazione, ovvero più l’azione di utilizzo è lunga più la misurazione è affidabile e racchiude più variabili (ad esempio i diversi fondi stradali che percorre un autista con il suo mezzo), mentre per brevi operazioni è necessario effettuarne in maggior numero per poterle comparare (tagli con la sega a nastro).
A differenza di altri fenomeni (rumore) una misurazione può ritenersi sufficiente per avere dei dati attendibili riferiti ad una determinata condizione di lavoro, fatto salvo che non sia necessario utilizzare entrambe le mani per l’utilizzo dello strumento: in questo caso occorre effettuare misurazioni sia per la DX che per la SX.
I dati dello strumento vengono elaborati tramite software che ci fornisce il valore quadratico medio dell’accelerazione ponderata in frequenza (Aw m/s2).

A questo punto rientrano in gioco le capacita e competenze del tecnico che effettua la misurazione perché è lui, sulla base delle indicazioni fornite dai lavoratori e sottoscritte dal DDL, a inserire i tempi di utilizzo (T) per il calcolo dell’esposizione alle vibrazioni.

Tramite calcolo analitico, con Aw e T è possibile calcolare A(8) ovvero esposizione alle vibrazioni calcolata sull’esposizione giornaliera di 8 ore.

I risultati ottenuti sono così rapportati ai limiti legislativi di esposizione giornaliera e su brevi periodi per cui è possibile caratterizzare mansione per mansione e a seconda delle tipologie di strumentazione usata, l’esposizione di ogni singolo lavoratore.
Dall’analisi è possibile inoltre stabilire fino a che punto un lavoratore può utilizzare un macchinario o attrezzo senza che ne sia pregiudicata la salute.

Infatti sono proprio i problemi legati alla salute come problemi vascolari (sindrome del dito bianco), neurologici (neuropatie, desensibilizzazione), osteoarticolari (lesioni ossee e articolari) e riproduttivi che trovano nelle vibrazioni un buon alleato.

Inoltre alcuni studi segnalano un aumento della possibilità di danno da esposizione al rumore se associata alla presenza di vibrazioni.

 

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Pubblicato in Valutazione rischi.