Domande frequenti – Maggio 2014

DOMANDA

Cos’è la patente a punti (PPE) ai sensi dell’art 27, comma 1-bis del D.Lgs 81/08?

RISPOSTA

E’ un provvedimento che mira ad individuare per i settori lavorativi che si sono rivelati più a rischio, quali sono le imprese in possesso di idonei requisiti di sicurezza e tutela della salute per i lavoratori.

E’ lo strumento che serve per qualificare sia le imprese che i lavoratori autonomi che rispettano le norme in materia di sicurezza e che spesso sono penalizzati da coloro che, in dispregio alle norme antinfortunistiche, operano nei cantieri definiti “selvaggi e primitivi”.

Si specifica che attualmente non è operativa e per esserlo è necessario che venga emanato un apposito decreto ministeriale che recepisca l’accordo firmato il 28 Luglio 2011 tra le associazioni dei datori di lavoro e le organizzazioni sindacali dei lavoratori.

 

DOMANDA

Il preposto deve essere individuato in tutte le realtà lavorative ?

RISPOSTA

Il DLgs 81/2008 e s.m.i. al art. 2 comma e definisce:
«preposto»: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa
Nelle aziende l’individuazione del preposto non è obbligatoria, la presenza o meno della figura dipende dall’organizzazione interna.

Se all’interno dell’Organizzazione il preposto viene individuato, o vi è un preposto di fatto, lo stesso deve essere formato.

 

DOMANDA

Il Dlgs 81/2008 e s.m.i. si applica anche per i volontari?

RISPOSTA

Secondo l’art. 3 comma 12 bis – Nei confronti dei volontari si applicano le disposizioni di cui all’articolo 21 del Dlgs 81/2008. Con accordi tra i soggetti e le associazioni o
gli enti di servizio civile possono essere individuate le modalità di attuazione della tutela.

Ove il volontario svolga la sua prestazione nell’ambito di un’organizzazione di un datore di lavoro, questi è tenuto a fornire al soggetto dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti negli ambienti nei quali è chiamato ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla sua attività.

Egli è altresì tenuto ad adottare le misure utili a eliminare o, ove ciò non sia possibile, a ridurre al minimo i rischi da interferenze tra la prestazione del soggetto e altre attività che si svolgano nell’ambito della medesima organizzazione.

Per completezza si riporta di seguito:
Articolo 21 – Disposizioni relative ai componenti dell’impresa familiare di cui all’articolo 230-bis del Codice civile e ai lavoratori autonomi
1. I componenti dell’impresa familiare di cui all’articolo 230-bis del Codice civile, i lavoratori autonomi che compiono opere o servizi ai sensi dell’articolo 2222 del Codice civile, i coltivatori diretti del fondo, i soci delle società semplici operanti nel settore agricolo, gli artigiani e i piccoli commercianti devono:
a) utilizzare attrezzature di lavoro in conformità alle disposizioni di cui al Titolo III;
b) munirsi di dispositivi di protezione individuale ed utilizzarli conformemente alle disposizioni di cui al Titolo III;
c) munirsi di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le proprie generalità, qualora effettuino la loro prestazione in un luogo di lavoro nel quale si svolgano attività in regime di appalto o subappalto.

2. I soggetti di cui al comma 1, relativamente ai rischi propri delle attività svolte e con oneri a proprio carico hanno facoltà di:
a) beneficiare della sorveglianza sanitaria secondo le previsioni di cui all’articolo 41, fermi restando gli obblighi previsti da norme speciali;
b) partecipare a corsi di formazione specifici in materia di salute e sicurezza sul lavoro, incentrati sui rischi propri delle attività svolte, secondo le previsioni di cui all’articolo 37, fermi restando gli obblighi previsti da norme speciali.

 

DOMANDA

Un azienda che occupa dei locali in affitto deve far fare le verifiche di messa a terra?

RISPOSTA

Si, le verifiche sull’impianto di messa a terra sono, generalmente, a carico dell’utilizzatore dell’immobile (l’intestatario dell’utenza elettrica), a meno che non ci siano degli accordi specifici sul contratto di affitto.

 

Autore: Fulginiti Sandra

Pubblicato in Sicurezza sul lavoro.