Ancora Eternit: morti nell’esercito. Il P.M. Mariniello indaga

Ancora una volta si parla di Eternit ed ancora una volta qualcuno viene coinvolto sotto il profilo giudiziario. Alla Corte d’Appello di Torino pochi giorni fa è stato presentato il ricorso da parte dell’industriale di origine svizzera, Stephan Schmidheiny, ex manager della Eternit.

L’ex alto dirigente della potente industria chiede alla Corte d’Appello adita la totale riforma della storica sentenza dello scorso tredici febbraio  che lo vedeva condannato a 16 anni di carcere insieme al barone belga Louis De Cartier,  con l’accusa di aver provocato il disastro degli stabilimenti italiani dell’Eternit.

Il fascicolo d’appello, in cui si chiede ai Giudici che siano valutati scrupolosamente e messi in evidenza  i risultati delle analisi e dei rilievi fatti in questi anni dai consulenti di parte, si sviluppa in più di 600 pagine.

Mentre la districata verità giudiziaria continua a fare il suo corso, con le lungaggini e le burocratiche strade legali, procedono senza sosta i lavori per la bonifica a Casale Monferrato.

Le operazioni in oggetto vedono coinvolti diversi enti tra cui Comuni, la Provincia e la Regione, tutti coordinati dal Ministero della Salute che si è fatto primo interprete e gestore della critica situazione. Lo stesso Ministero infatti, tramite i finanziamenti promossi in campo europeo per i progetti di bonifica in tale settore ha potuto stanziare circa venticinque milioni di euro, gestiti dalle maggiori equipe di esperti in modo da operare le migliori scelte preservando tali territori da tutti i rischi possibili.

La zona interessata alla bonifica, infatti, è un territorio caratterizzato da un’alta densità di malattie legate causalmente alla pericolosità dell’amianto. Il Pubblico Ministero R. Guariniello infatti ha recentemente fatto presente che ci sono altri 300 casi o poco più di mesotelioma che hanno interessato uomini appartenenti all’esercito. Il dato che sembrerebbe collegare le morti a materiale altamento tossico, sembrerebbe la presenza dello stesso nei mezzi corazzati, e che la pericolosità degli stessi si sprigionava durante la manutenzione.

 

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